Berlino brucia by Volker Kutscher

Berlino brucia by Volker Kutscher

autore:Volker Kutscher [Kutscher, Volker]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM


55

Quando, poco prima delle otto, Charly tornò all’Hotel Eden, l’atmosfera era completamente cambiata. Un’altra orchestra suonava in sottofondo, nessun ballerino, solo pochi ospiti seduti ai tavoli. E un esercito di camerieri che preparavano la sala per la serata. Fece cenno a uno di loro.

«Mi scusi, sa dirmi per favore dove cenano i ballerini?»

Il cameriere la guardò con sufficienza, ma poi le diede indicazioni. Probabilmente pensava fosse la fidanzata di uno di loro, e in un posto come quello di certo non era ben vista.

Naturalmente i ballerini per signora non cenavano in sala assieme alla clientela, avevano un tavolo riservato al piano di sotto, nel seminterrato, vicino alle cucine. L’area destinata alle persone di servizio, ovvio, Charly avrebbe dovuto immaginarlo. Al lungo tavolo non sedevano solo ballerini, ma anche, a giudicare dall’abbigliamento, addetti agli ascensori, cameriere ai piani, portieri e tutto il personale dell’hotel. Tranne i camerieri di sala, occupati a quell’ora.

I ballerini, già in abito da sera, sedevano un po’ in disparte rispetto agli altri dipendenti dell’hotel. Il suo cavaliere del pomeriggio l’aveva già vista e si era alzato per andarle incontro.

«Benvenuta» disse, porgendole la mano con eleganza, come a volerla invitare di nuovo alle danze. Invece la condusse al tavolo e la presentò.

«Cari colleghi, vi ho già detto della giornalista. Ecco a voi la signorina...»

«Weinert» disse Charly. Così su due piedi non le venne in mente nessun altro nome.

«La signorina Weinert vuole scrivere un pezzo su uno dei nostri ex colleghi, Roddeck, ormai famoso come scrittore.»

Charly si guardò attorno. I ballerini per signora dell’Hotel Eden erano un gruppo eterogeneo, l’unico tratto comune erano le maniere raffinate e l’aspetto più o meno gradevole.

E al loro tavolo, nella pausa, ci si perdeva in chiacchiere, come al Caffè Kranzler, ciascuno aveva qualcosa da raccontare.

Charly si sedette tra il belga e un giovane biondo, che Bertrand le presentò come Willy il Viennese.

«Che tipo, il tenente» disse il biondo con una certa ammirazione. «Sapeva sempre esattamente a chi saltare addosso.»

«Saltare addosso?»

«Significa invitare a ballare una signora, è un nostro modo di dire» spiegò Bertrand, lanciando un’occhiataccia a Willy.

Charly prese appunti. Al Bahnhof Zoo si era procurata apposta un blocco che sembrasse da giornalista. Uno di quelli che usava anche Berthold Weinert, l’unico giornalista che conoscesse.

«In ogni caso,» proseguì il viennese «Roddeck aveva occhio per le signore generose coi quattrini.»

«Il collega intende dire» spiegò Bertrand nel suo ruolo apparente di sentinella «che Roddeck riceveva le mance di gran lunga più sostanziose.»

«Aveva occhio, appunto» ribadì Willy.

«Quindi ci campava bene...»

«Sì. Soprattutto dopo che la contessa lo aveva preso sotto la sua ala.»

«La contessa?»

«La contessa che contessa non è, anche se di cognome fa de Graaf» sussurrò Bertrand.

«È solo ricca» spiegò Willy. «Era di casa qui, prima.»

«E aveva scelto il tenente come partner fisso per ballare?»

«E non solo, se ci tiene a saperlo» disse Willy, beccandosi un’altra occhiataccia da Bertrand.

«Erano amanti?» chiese Charly.

«Questo genere di cose non è tollerato dalla direzione» disse Bertrand. «Ma può succedere che una cliente abbia una relazione con un ballerino. Con un po’ di discrezione da parte di entrambi, può funzionare temporaneamente.



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